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La costruzione del trullo era demandata ai maestri/contadini che in seguito si perfezionarono divenendo abili artigiani specializzati chiamati "trullari". Si cominciava ovviamente reperendo la materia prima, la pietra, suddividendola in funzione della sua grandezza. Le pezzature di maggiore dimensione erano adoperate per costruire gli spigoli della parte inferiore della struttura esterna o per gli architravi di porte e finestre; quelli di media dimensione per le pareti murali, le lastre di medio spessore venivano usate per i pavimenti, le lastre sottili come rivestimento per le coperture.
Il trullo si compone essenzialmente di due elementi: il basamento e la volta. Le murature di piedritto (muredda) che costituiscono il basamento, vengono innalzate direttamente su una base di roccia ed elevate al di sopra della quota pavimento per circa due metri. La pianta dei trulli può essere circolare, i più antichi, o quadrangolare differenti quindi soltanto per la volumetria del basamento.

 

Nella messa in opera delle murature, costituite da strati di pietre ben sovrapposte, vengono ricavati gli ingressi, le finestre e varie nicchie da utilizzare come focolari ed alcove. La caratteristica più evidente delle murature è il forte spessore che varia da 1-1,5 metri fino a 2-2,5 metri. Il basamento infatti ha la funzione di contenere le spinte orizzontali ad opera della cupola. L´intercapedine tra la parete muraria interna a piombo e quella esterna con parametro murario inclinato, in modo da migliorare la statica della struttura, è riempita da pietre più piccole e scarti di lavorazione a formare un vero e proprio vespaio per contenere le escursioni termiche. Raggiunta l"altezza desiderata, il muro verticale viene spianato per poi passare alla costruzione della volta. Esternamente il basamento e il cono sono distinti da un incasso o da una sporgenza. L´incasso è una specie di gronda inclinata, che segue il perimetro della costruzione e raccoglie le acque piovane. Nella parte più bassa della grondaia un canale raccoglie l´acqua piovana e la immette in una cisterna situata sotto il pavimento del trullo. Vista la scarsa piovositá e l´ariditá della regione la maggior parte dei trulli era dotato di un vano di raccolta delle acque piovane. L´interno del trullo viene rifinito sigillando gli interstizi tra le varie pietre con latte di calce ricavato dalla cottura della pietra calcarea. Nella parte superiore come copertura si possono avere differenti soluzioni. La più comune è data dalla copertura a coni ma esistono anche trulli con tetti a falde inclinate, detti "lamie", utilizzati non come unitá abitative ma per il ricovero di animali ed attrezzi da lavoro.


La volta del trullo detta "cannela" riprende la tecnica costruttiva in aggetto. Questa tecnica prevede la sovrapposizione di anelli concentrici in pietra di diametro decrescente fino alla chiusura del cono. Le pietre sono disposte in aggetto verso l´interno, ovvero affiancate ed aderenti, mentre esternamente l´interstizio che si viene a creare (quinto) viene riempito con delle zeppe o cunei (scaglie). L´anello cosí creato ha una sua rigiditá e robustezza grazie al contrasto laterale e di attrito da scorrimento tra le pietre dello stesso strato. I vari anelli sono chiusi alla sommitá da una grossa pietra chiamata "serraglia". Internamente le cannele sono ripulite dagli spigoli della pietra e possono essere interamente intonacate oppure con la pietra a vista intonacando solo le fughe.


Nel trullo centrale quello più grande la volta aveva anche funzione di dispensa. Quest´ultima denominata "orije", (dal latino horreum: granaio, magazzino) è costituita da un tavolaccio montato su due o tre travi incastrate tra le pietre del cono a cui si accedeva attraverso una botola tramite una scala a pioli montata sul basamento. Le travi erano anche utilizzate per appendere derrate alimentari ed oggetti della cucina.
Completata la struttura autoportante si procede al suo rivestimento con lastre calcaree chiamate "chiancarelle". Queste sottili lamine dello spessore di 3-7 cm. vengono disposte a squame con pendenza verso l´esterno per agevolare lo scolo delle acque. Man mano che si dispone un anello di lastre, si riempie l´intercapedine formatasi con le cannele con pietrisco e terra. Alla fine del processo di rivestimento della volta, detta "inchiancatura", si termina con la posa del "pinnacolo".

 

 

 

 

 

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